Addio a Piero Cavagna
La Quercia è in lutto per la tragica morte di Piero Cavagna, vittima di un banale incidente di montagna. E nel momento del dolore per una tragedia che non riesci a spiegarti i ricordi affollano la memoria, ricordi a tutto campo della variegata vita di Piero, ma che per noi sono inevitabilmente e profondamente intrecciati con l’atletica e con la nostra Quercia.
Era arrivato giovanissimo alla nostra società con un gruppo di ragazzi di Pilcante, suo paese di origine, di cui il padre Nereo era animatore. Il suo talento emerse immediatamente, tanto da proiettarlo ai vertici nazionali nelle categorie giovanili: dal salto in lungo al salto triplo, dal salto in alto al peso e al giavellotto. Logiche le incursioni nelle prove multiple, con eccellenti risultati.
C’erano le premesse per arrivare ad alto livello, ma così non è stato. Dopo una maglia azzurra giovanile nel giavellotto, specialità su cui si era progressivamente orientato, la crescita di Piero si è interrotta, anche dopo la parentesi in un gruppo sportivo militare.
Intelligente, curioso, creativo, sognatore, aveva tutto per emergere, ma in lui prevaleva il sognatore piuttosto che la capacità di tradurre in fatti le sue qualità. Negli ultimi anni parlavamo spesso di questo attraverso il filtro degli anni e del tempo, che permette di vedere le cose in maniera diversa. E Piero onestamente riconosceva che non aveva saputo valorizzare al meglio le doti che madre natura gli aveva donato.
Da qualche anno era tornato nel nostro piccolo grande mondo dell’Atletica, riscoperta grazie al figlio Enrico, velocista di ottime qualità che ha portato a risultati importanti. Ha seguito anche la crescita di un altro talento puro come Nancy Demattè, quest’anno campionessa italiana juniores nei metri 400 e convocata per i Mondiali di Cali'. Ed era anche stato eletto nel Comitato Trentino della FIDAL, dove ha cercato di portare il suo contributo di idee innovative.
Proprio sabato pomeriggio dovevo chiamare Piero per concordare un incontro in programma ormai da tempo. Quella chiamata non l’ho mai fatta, è arrivata prima quella della sua tragica morte.
Alla famiglia l’abbraccio affettuoso di tutta la Quercia , dirigenti, tecnici, atleti.
Ciao Piero, fai un buon viaggio. Non ti dimenticheremo.
Carlo Giordani